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Spettacoli


Un anno di solitudine

I racconti di Gabriel Garcia Marquez

 
Anno di produzione 2016
 
Un anno di solitudine è lo spazio vuoto che ha lasciato dietro di sé Gabriel García Márquez andando a nascondersi definitivamente tra le pagine dei suoi libri.
Un anno di solitudine è un omaggio in forma di narrazione che TeatroGruppo Popolare ha voluto tributare al più grande autore dell’America latina.
Alcuni racconti di Márquez sono narrati da un gruppo di zingare e zingari portando in scena musica, scompiglio ed una magica commistione tra realtà e fantasia, tipica dell’autore, come la “famiglia di zingari cenciosi (che) piantava la tenda vicino al villaggio” di Macondo, ogni anno, a marzo, in Cent’anni di solitudine.

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Gli Uomini-libro: Iliade

Le vicende degli eroi di Omero in scena al buio

 
Anno di produzione 2016
 
TEATRO AL BUIO e gli UOMINI-LIBRO si incontrano nuovamente portando in scena i personaggi dell’Iliade riassunti da Baricco.

Le vicende degli eroi di Omero vengono così fatte rivivere nella totale assenza di luce, in modo che la fantasia del pubblico possa costruirne per intero le gesta e lo scenario.

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I ragazzi della via Padova

Liberamente ispirato ai ragazzi della via Paal

 
Anno di produzione 2016
 
I ragazzi della via Paal di Molnar più di un secolo dopo nelle strade di Milano, nel quartiere dove l’emergenza è diventata regola.
Una insegnante giovanissima alle prese con un incarico in via Padova, uno dei posti più temuti dai professori – e non solo – di ogni dove. Immigrazione selvaggia, rancori, integrazioni mancate, culture che si affrontano con il coltello e il machete. Si può combattere tutto questo con La divina commedia o I promessi sposi? Beh, ci provo.

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Oggi non so leggere

La storia di Pinocchio

 
Anno di produzione 2013
 
L’intento dello spettacolo, per cui sono state scritte alcune canzoni originali che rispecchiano la struttura narrativa della vicenda del burattino di legno, è quello di condurre adulti e bambini a una visione panoramica dall’alto del loro stesso mondo, delle paure e delle soluzioni proposte dalla morale e dalla cultura sociale in cui vivono, come hanno vissuto i propri padri.
Lo spettacolo fa scaturire la pubblicazione del quinto CD musicale da parte di TeatroGruppo Popolare in collaborazione con i Sulutumana.

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La farfalla sucullo

Premio Teatro e Shoà 2007

 
Anno di produzione 2007
 
C’è uno spettacolo che racconta di uno zingaro. Oggi che gli zingari vengono più che mai dileggiati. E’ uno spettacolo che parla di campi di concentramento. Oggi che si vuole negare persino la memoria di quei momenti bui. C’è uno spettacolo che grida il suo stupore.
In scena due narratori che con il contributo di canzoni originali alternano parola e musica. Impersonano due zingari che al suono della fisarmonica cercano elemosina, con ironia e imprevedibilità. Davanti a un pubblico riottoso giocano la sfida di raccontarsi in cambio di una moneta, disvelando “i segreti del mestiere” e le peripezie di una dinastia che ha come segno distintivo un grosso neo a forma di farfalla, simbolo di una libertà che non vogliono cedere.

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A.N.N.A. Amore Non Ne Avremo

“Nell’odore di calca, c’è aria di festa” (Peppino Impastato)

 
Anno di produzione 2008
 
Spettacolo selezionato da Artevox nel 2008 per ricordare la data del 9 maggio ’78, giorno in cui coincisero tristemente la morte di Peppino Impastato e quella di Aldo Moro.
Un impossibile incontro tra Aldo Moro e Peppino Impastato, uno statista ucciso dalle Brigate Rosse e un ragazzo politicizzato ucciso dalla mafia. Uccisi lo stesso giorno, il 9 maggio 1978. Un dialogo mai avvenuto, ma in realtà molto probabile, reso possibile dalle lettere del primo e dalle registrazioni radio del secondo. Una ribellione al terrorismo e alla mafia.

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TA PUM

Racconti e canti della Prima Guerra Mondiale

 
Anno di produzione 2014
 
Il 28 giugno 1914, con l’assassinio di Sarajevo, ha inizio la Prima Guerra Mondiale.
TA PUM si occupa di mettere in scena, attraverso la rielaborazione di stralci di lettere dal fronte, racconti vissuti, canti dell’epoca il vissuto di alcuni di quelli che soprattutto hanno aspettato il ritorno di un amato, un fratello, un congiunto, e hanno continuato ostinatamente ad aspettarlo anche quando il suo nome è stato scolpito sul marmo.

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Le bambole di Caterina

Spettacolo per bambini ispirato ai loro giochi tradizionali

 
Anno di produzione 2015
 
Il teatro esiste da sempre. Più o meno esisterà per sempre. Evolve, si modifica, si adatta ai tempi, quando è veramente bello i tempi li adatta a se stesso. Così è per i giochi. Le bambole, ad esempio, ci sono da sempre, come contributo affettivo. Più o meno esisteranno per sempre, evolvendo, modificandosi, adattandosi ai tempi e raccontandoli assumendoli addosso.
E allora li abbiamo messi insieme, teatro e bambole. Non è la prima volta, e tra le tante la più giustamente nota è quella del “cerchio di gesso del Caucaso” di Brecht. Nel nostro caso tuttavia le abbiamo rese protagoniste.

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I due coriandoli

“Viva i coriandoli di Carnevale, bombe di carta che non fan male!…” (Gianni Rodari)

 
Anno di produzione 2013
 
Lo spettacolo narra le vicende di due coriandoli. Uno ha paura di volare, ha le “lentiggini”. L’altro avrebbe voluto essere un aereoplanino di carta. Sono all’interno del sacchetto che tra un po’ li vedrà protagonisti, insieme ai mille già lanciati, del Carnevale. Sono inesperti, cercano di immaginare cosa potrà loro succedere quando la mano di un bambino li stringerà e li getterà in aria. Per prepararsi si danno reciproche, approssimate lezioni di volo. Si affacciano sul bordo della nuova vita, proprio come un cucciolo di animale o di uomo. Attenti, adesso tocca a loro…

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Il sole con l’ombrello

Liberamente ispirato a «Il gran sole di Hiroshima» di K. Bruckner

 
Anno di produzione 2008
 
Il progetto prende spunto dal romanzo di K. Bruckner Il gran sole di Hiroshima, e segue la vicenda vissuta di una ragazzina che è diventata simbolo della sofferenza e della rinascita di quel troppo vasto numero di persone soggette alla prima bomba atomica.
Sadako è il nome della bambina la cui statua oggi campeggia a Hiroshima mentre solleva un airone di carta, simbolo di lievità nella tragedia, quella stessa lievità che, nonostante il tema, il progetto si propone di usare come metodo di approccio per la conoscenza del fatto da parte di tutti.
Dallo spettacolo origina un laboratorio che in collaborazione con il Csv di Como gira per molte scuole della provincia di Como.

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